Iniziamo con capire cosa succede all’interno dell’uovo. Sono passati 20 giorni di incubazione, lo sviluppo dell’embrione è andato alla perfezione e ora il pulcino si appresta a nascere. La sua testa è ripiegata vicino all’ala e si trova – se tutto va bene – subito sotto alla camera d’aria, presso il polo ottuso dell’uovo. Il piccolo inizia ad avere bisogno di maggiori disponibilità di ossigeno, e inizia a forare la membrana che lo divide dalla camera d’aria. Se osservassimo ora l’interno dell’uovo con la speratura, vedremmo una grande massa scura sotto una camera d’aria ingrandita e inclinata, e da un lato potremmo vedere la punta del becco emergere dalla membrana. Il pulcino raccoglie quindi le forze e grazie a una particolare struttura del becco, il dente (destinato a cadere in poche ore dopo la schiusa) rompe in un punto il guscio dell’uovo e inizia a respirare l’aria dell’ambiente circostante. In questo momento il pulcino aumenta anche la frequenza dei suoi pigolii, che servono in natura per instaurare un rapporto migliore con la chioccia.
Fatto il primo buco, il pulcino si prende il suo meritato riposo e, semplicemente, si ferma. Attende di avere le forze per rompere il guscio ruotando attorno ad esso, usando il becco come un apriscatole dall’interno. Nel frattempo, continua a riassorbire all’interno dell’addome il sacco vitellino, che l’ha collegato al tuorlo e che lo ha nutrito fino ad ora.
Ma è proprio questo momento di riposo e di attesa che tanto fa preoccupare gli avicoltori alle prime armi. Il piccolo ce la farà? Riusciranno lui e i suoi fratelli a schiudere, o dovremo aiutarli a nascere?
Non dimentichiamoci che in natura non tutti gli animali sopravvivono e giungono a schiudere: in questo modo vengono a essere selezionati solo i soggetti più forti e migliori. Per quanto possa sembrare crudele è normale che esista anche questa forma di selezione.
Il giusto atteggiamento dell’allevatore in questi casi dev’essere molto semplice: tenere le mani in tasca ed attendere, pazientemente, 24 ore.
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